Ti sarà sicuramente capitato di assistere a delle riprese aeree effettuate da un pilota di drone con il proprio dispositivo. Forse, però, non sapevi che, prima dell’aprile del 2014, chi manovrava questi “robot alati” operava illegalmente.
Proprio in quel periodo, infatti, entrava finalmente in vigore il regolamento rivolto a tutti coloro che utilizzano i droni in Italia. Tale normativa è stata messa a punto dall’Ente Nazionale dell’Aviazione Civile (ENAC) e viene appunto chiamata Patente ENAC per drone.
Patente ENAC per drone: un requisito fondamentale per lavorare
Dal giorno di entrata in vigore del regolamento, in Italia, è illegale lavorare con i Droni essendo sprovvisti di una licenza di tipo aeronautico. Il drone è infatti considerato a tutti gli effetti un aeromobile, deve quindi essere soggetto alle regolamentazioni dell’ENAC.
Chi intende diventare pilota di Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto (SAPR, il corretto nome dei Droni) e quindi deve dunque compiere un iter formativo che prevede:
- Superare una visita medica di classe 2, per l’idoneità psicofisica, presso un medico AME abilitato al rilascio del certificato d’idoneità, con validità ai fini ENAC;
- Corso teorico, con studio degli impianti primari per un programma di volo sicuro, limitazioni , procedure normali di decollo e atterraggio, pianificazione del volo, funzionamento in automatico, impiego dei sistemi di navigazione e procedure di emergenza;
- Corso pratico, per apprendere manovre di decollo, hovering, volo in crociera a diverse quote e velocità con mantenimento di una prefissata rotta, atterraggio normale e rapido di emergenza, di precisione preceduto da circuito;
- Sostenere e superare l’esame finale, presso una scuola riconosciuta ENAC.